La carriera di Loredana Bertè

di cinziaR


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Parliamo quindi della carriera di Loredana Bertè che, tra mille canzoni e generi musicali, amicizie e relazioni a dir poco sui generis, rotocalchi, riviste di moda e di costume e curiosità, è una delle artiste che più fa parlare di sè e che più amiamo.

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Quanti anni ha Loredana Bertè?

Loredana è nata a Bagnara Calabra il 20 settembre 1950. Quindi, per gli appassionati dell’età di ogni vip, sappiate che l’età di Loredana Bertè è di 68 anni! Lo avreste mai detto?

La signora del reggae italiano, quella che ora va in giro con i capelli blu e che, tra le altre cose, è stata in vetta alle classifiche dell’estate 2018 con la canzone Non ti dico no cantata con i Boomdabash, va per i 70 anni senza nessuna paura e senza fermarsi mai.

Alcune curiosità su Loredana Bertè

Il padre di Loredana Bertè si chiamava Giuseppe Radames Bertè ed era professore di latino e greco, mentre la madre, Maria Salvina Dato, era maestra elementare. Loredana Bertè è la terza di quattro sorelle, nonchè la sorella minore della stupenda Mia Martini.

Gli esordi di Loredana Bertè

Gli esordi di Loredana furono come ballerina a Roma, presso il famoso Piper, dove la bellissima 15enne Loredana si esibiva a metà degli anni 60. Di lei si ricordano anche dei favolosi nudi che già all’epoca facevano parlare tanto di questa strana ragazza… Ma non doveva essere quella la carriera di Loredana Bertè, destinata a diventare una delle interpreti più importanti della musica italiana.

A Roma, infatti, la Bertè conobbe Renato Zero, seguito a breve da altrettanti nomi importanti dello spettacolo come Rita Pavone, Gino Landi e Don Lurio. E fu proprio di ritorno da una tournée messicana con il gruppo di ballo che accompagnava Rita Pavone a New York che Loredana assistette a una rappresentazione del musical Hair, decidendo di presentarsi ai provini per la messa in scena del relativo allestimento italiano e finendo per ottenere il ruolo di Jeanie.

Nel 1970 la Bertè debuttò come corista assieme alla sorella Mia per l’album Per un pugno di Samba, arrangiato da Ennio Morricone e nel 1971 partecipò ai cori del primo album della sorella Mia Martini, Oltre la collina; nel 1973 fu tra le possibili soubrette di Canzonissima, spettacolo condotto da Pippo Baudo, venendo però bocciata dalla dirigenza della Rai a causa della sua “prorompenza fisica”, giudicata inadatta al pubblico della domenica pomeriggio.

Infine in quegli anni si ritrovò scaraventata (ma, a suo dire, non per questo a disagio) sui rotocalchi a causa della ormai celebre storia d’amore con il tennista Adriano Panatta.

Per non farsi mancare nulla, nel 1974 Loredana Bertè posò per un servizio fotografico per la nota rivista Playboy e nello stesso anno fu censurata perchè introdusse nella canzone italiana la parola “ca**o”, divenendo anticipatrice di una delle mille mode da lei lanciate, costatele care ma attualmente tutte riconosciute.

La carriera musicale di Loredana Bertè

Il successo musicale di Loredana Bertè arrivò nel 1976 con Sei Bellissima, canzone che, sebbene le valse le vette delle classifiche, la ricondusse – e forse non lo avreste mai detto- verso la censura per alcune frasi all’epoca ritenute scabrose.

Da qui in poi la carriera di Loredana Bertè non si fermò più, anche se spesso Loredana lavorò “dietro le quinte” e non sempre e solo nella musica, ma anche nella produzione, nel ballo, nel canto e servendo ai tavoli. Ebbene sì: in America, Loredana si improvvisò cameriera per servire niente di meno che l’artista Andy Wharol, che poi la ospitò nella sua famosa Factory!

Musicalmente, in quegli anni, fu forte il sodalizio con Ivano Fossati, che nel 1978, dopo aver scritto proprio per Loredana il testo di Pensiero stupendo (da lei rifiutato e successivamente interpretato dall’amica Patty Pravo), le offrì la possibilità di interpretare un brano a scelta fra La mia banda suona il rock e Dedicato, canzone quest’ultima che la Bertè incise, consacrandosi come “interprete seria, toccante, per la quale si schiude un successo a 360 gradi”.

Nel 1979 Loredana Bertè assistette dal vivo al fenomeno giamaicano Bob Marley e creò la canzone E la luna bussò, portando definitivamente il reggae in Italia, reggae che lei stessa spingerà fino alle note funky nel 1980.

Inoltre, sempre nello stesso anno, la Bertè cantò uno dei suoi brani più famosi, Non sono una signora, toccando l’apice del successo, mentre nel 1983 fu la volta de Il mare d’inverno.

Ma, per quanto possa sembrare strano, la carriera di Loredana Bertè qui era solo all’inizio. Non solo perchè nel frattempo l’artista ne combinava di tutti i colori, tra cui  ad esempio sposare un miliardario o andare alla Casa Bianca, cosa che sarebbe avvenuta un po’ di anni dopo, ma anche e soprattutto perchè Loredana collezionava successi e critiche, gioie e dolori con estrema facilità.

Ed infatti nel 1986, proprio all’apice del successo, quando tutti la idolatravano e la criticavano, Loredana partecipò per la prima volta al Festival di Sanremo col brano Re (scritto da Mango), portando in scena una coreografia pensata per lei da Franco Miseria in cui simulava una finta gravidanza. Come molti ricorderanno, la performance suscitò notevoli polemiche, puntualmente riprese da tutta la stampa, nonchè, venticinque anni dopo, ripresa da Lady Gaga in un suo spettacolo proprio a causa della sua stravagante innovatività. Il tabù che si andava a scoperchiare, infatti, non era solo il pancione in bella vista su un palco, ma l’associazione della figura eterea della maternità con abiti in pelle nera, pizzi e look ambigui…

Ma fu tutta rose (spine) e fiori la carriera di Loredana Bertè?

Da questo momento in poi, purtroppo, molte furono le spine e, anche se non fu propriamente la musica a darle dolori, l’amore e i matrimoni con personaggi famosi come il tennista Borg le costarono cari, rischiando di influenzare la carriera di Loredana Bertè in modo importante.

Nel 1991, a causa delle delusioni amorose (e chissà, anche lavorative) Loredana tentò il suicidio, riprovandoci nel 1992 e, per fortuna, facendo ambo nel fallirli.

La relazione sentimentale sbagliata, una serie di equivoci anche con Mia Martini, i molti attacchi dai rotocalchi, nonché la dubbia richiesta di un risarcimento da parte dell’amico Renato Zero e tanti altri eventi, tra cui il più duro fu la morte di Mia, portarono negli anni a seguire la grintosa e talentuosa Loredana a dover rivalutare molte delle sue scelte di vita, ma anche a cantare brani duri ed eloquenti come Amici non ne ho che portò coraggiosamente a Sanremo.

Chi ricorda Loredana in quegli anni, infatti, la vede non più solo come una cantante energica e stravagante, ma anche un’artista capace di interpretare l’animo umano nelle sue pieghe più buie e nascoste, laddove si soffre e si sta male senza che nessuno possa capire, senza che nessuno faccia niente.

E forse è anche per questo suo sentire ed esprimersi, che Loredana Bertè lascia e continua a lasciare il segno ad ogni suo passo. Per quanto la si possa criticare, non comprendere o trovare strana, di lei ci arriva sempre la grande, immensa umanità.

Negli anni 2000, così, Loredana Bertè canta, ricerca e urla spesso il suo dolore e la sua rabbia. E fa scalpore, a volte facendo intravvedere una figura di un’artista sull’orlo del baratro, ingrassata a dismisura e distrutta dagli accadimenti. Ma è davvero così?

La nuova carriera di Loredana Bertè

Non proprio, infatti, a metà degli anni 2000 inizia quella che potremmo definire la nuova carriera di Loredana Bertè.

Dal 18 aprile 2015, insieme a Sabrina Ferilli e Francesco Renga, Loredana Bertè, proprio com’è nel suo stile “col cappello sulle ventitré”, fa la giurata fissa nella quattordicesima edizione di Amici di Maria De Filippi, sulla cui poltrona di insegnante Loredana riguadagna una grossa visibilità, conquistando il favore della critica, che la definisce “il vero pilastro di questa quattordicesima edizione”. Al termine delle registrazioni, la De Filippi dichiarerà:

Loredana Bertè è stata una conferma per me. Per anni non le veniva riconosciuto quanto meritava. Come giurata è stata puntuale, precisa, a volte brusca, a volte dolce. È stata l’unica giurata che in segno di rispetto si è alzata quando entrava un suo collega. Questa generosità parte da chi ha un animo puro. Fare il giudice a The Voice o X Factor è molto più facile, come a Tu sì que vales o Italia’s got talent. Ad Amici è più difficile“.

E per non lasciare che la storia dimentichi, sempre in questo anno Loredana Bertè pubblica la sua autobiografia, Traslocando, di cui lei stessa scrive:

Ho sentito che dovevo raccontare le cose io, adesso che sono ancora viva. Non volevo che qualcuno pensasse di poter parlare della mia vita con me morta, e quindi per forza zitta. Era da tanto che ci pensavo a questo libro, lo immaginavo così, con dentro tutto: dalla mia infanzia alla tragedia di Mimì. E poi la commedia di quello che è stato, perché bisogna dire che mi sono successe anche cose buffe e strane. Insomma ho raccontato ogni cosa: forse sono stata un po’ cruda, sboccata, ma è la mia voce quella, non mi piacciono le infiocchettature“.

Loredana in questi ultimi anni, infine, ha dato vita a collaborazioni con artisti del calibro di Fiorella Mannoia, Nina Zilli e tanti altri.

Per finire, dopo l’exploit come tutor vocale e giurata nel talent, la Bertè ha sfondato, grazie al Wind Summer Festival 2018, i tetti delle classifiche di questo ultimo anno a suon di reggae, funky, voce da paura e tanta simpatia.

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